E ha funzionato. La prima cosa che hanno scoperto è che l’ULVZ è molto più estesa di quanto si pensasse. È “presente in una porzione significativa dell’emisfero meridionale”. Questo, secondo gli scienziati, suggerisce che tale strato copre l’intero nucleo del pianeta.
I ricercatori hanno poi creato diversi modelli al computer per determinarne la composizione. La modellazione ha mostrato che potrebbe essere costituito da strati di crosta antica, che nel corso dei secoli sono letteralmente caduti sotto la superficie della Terra durante il movimento delle placche tettoniche.
Questo strato è molto denso e abbastanza pesante da passare attraverso il mantello. Inoltre, sotto l’intensa pressione, è diventato più resistente al calore, motivo per cui le onde sismiche rallentano. “È come una coperta che trattiene il calore all’interno del nucleo”, ha osservato Samantha Hansen.
Sempre secondo la scienziata, la mappa geologica dimostra in modo convincente che i materiali oceanici subdotti sono alla base dell’ULVZ. Sia i dati sismici che i modelli geodinamici lo confermano.
Tuttavia, prima che questo nuovo strato entri nei libri di scienza, saranno necessarie ulteriori ricerche per escludere altre possibili spiegazioni. Ad esempio, un’altra versione attribuisce le anomalie sismiche a uno speciale stato di fusione sotto la superficie terrestre che gli scienziati non comprendono appieno. Un’altra versione fa riferimento a un materiale sconosciuto formatosi da reazioni chimiche uniche avvenute al centro della Terra milioni di anni fa.
Non ci sono ancora confutazioni convincenti di queste teorie, quindi gli autori del lavoro intendono continuare a scavare per arrivare alla verità.